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STORIE IMPOSSIBILI
INTERVISTA AD AUDREY P. 3
Comincio così a ricordare affascinata dalla sua voce. Mi chiede se sono sposata. Le rispondo di no, allora incuriosita, mi pone diverse domande sulla mia vita sentimentale. Le dico che è un periodo per me piuttosto triste, sono sola da parecchio tempo. Con una dolcissima tenerezza, mi dice di non disperare e di credere all’amore come fa Lei.
“Io invece all’amore ci credo, è l’unica vera ragione di vita”.
Cercando una via d’uscita, imbarazzatissima le chiedo del film, di Holly il suo personaggio.
“Holly è completamente diversa da me Lei ha una paura folle dell’amore, non potremmo essere più diverse”.
Continuando il suo soliloquio,
“Pensa non dovevo nemmeno essere scelta Io per il film”. “Truman Capote l’aurore del testo, riteneva che fosse un ruolo troppo difficile per me, mi considerava troppo magra. Lui si era ispirato a Marilyn”.
“Sapessi come si è arrabbiato quando la Paramount scelse me”.
Si accoccola sul divano e si sfila le scarpe.
“Accidenti se mi vedesse mia madre, subito mi direbbe”; “Audrey ma che razza di posizione è questa, datti un contegno”.
Completamente affascinata risentendola, tutto mi ritorna in mente, il turbamento che prova ogni volta che vede la sua poltroncina verde con il suo nome sul retro.
“Io ? Attrice?, Non so nemmeno se sono così brava. Sì certo, mi hanno dato l’Oscar per “Vacanze Romane”, dall’emozione lo dimenticai alla toilette, poveretto, vicino al portasapone”.
Scoppia in una risata contagiosa cui mi associo.
Continuando il suo monologo, mi dice che non si ritiene una bella donna.
“Graziosa forse, ma bella mah!!!”, il mio sogno era di fare la ballerina, ma ero troppo alta, e piatta tropppo piatta, “continuo a mangiare spaghetti, ma non ingrasso mai”.
Tra me e me; penso beata te, io sono perennemente a dieta, con scarsi risultati oltretutto.
S’incupisce quando mi parla della sua infanzia, abitavamo a Londra, quando scoppiò la guerra.. Mia madre allora decise di trasferire tutta la famiglia in Olanda, pensando di essere più al sicuro.
“Invece poi arrivarono i nazisti e ci costrinsero a nasconderci per mesi in un granaio, mentre tutto attorno a noi continuavano i bombardamenti”. “Quante persone ho visto morire o sparire su quei treni, tanti e tanti amici”.
“Mangiavamo quello che trovavamo, bucce di patate e bulbi di tulipani, non avevamo nulla tranne la paura”
Ha un attimo di turbamento, ora ricordo per pochi secondi non sento nulla, poi riprende.
Com’è strana la vita ora sono qui. , osannata e ammirata da tanta gente”, “Chissà se me lo merito”.
“Qua completamente vestita da Givenchy in una delle strade più chic del mondo”.
Quasi con le lacrime agli occhi per questa sua dolcezza e spontaneità la saluto, la ringrazio, ci baciamo come due vecchie amiche e se ne va.
Riordino le mie cose e ritorno anch’io ai nostri giorni, sperando che questo mio piccolo sogno sia piaciuto anche a voi.
STORIE IMPOSSIBILI INTERVISTA AD AUDREY P. 2 – http://vanitystylemag.myblog.it/storie-impossibili-intervista-ad-audrey/
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