STORIE IMPOSSIBILI
“Oh, mio Dio, se abbiamo commesso delle colpe, le abbiamo certamente espiate.”
Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena Regina di Francia
io cameriera della MIA REGINA parte 1
Questo è il mio diario
Paris, Addì lunedì 14 ottobre 1793
Sono stata a servizio della Regina di Francia Maria Antonietta
sin da giovanissima. Tutte le mie forze e la mia mente erano rivolte a Lei.

Mentre scrivo queste righe, sono sola, la Mia Regina è stata condotta a processo. io cameriera della MIA REGINA parte 1
Ho cercato sempre di servirla con impegno e dedizione; forse è per questo che ora sono qui. Una buia cella è diventata il nostro piccolo Trianon. Due candele sono l’unica fonte di luce che abbiamo, le nostre vesti sono ormai lise e consumate.
Alla mia Regina al suo ingresso è stato consentito di portare un piccolo guardaroba che io stessa ho preparato.
Piegando il tutto con la massima cura, esso consisteva:
Un abito nero e uno bianco
Fazzoletti
Un paio di calze di seta nera
Alcuni scialli in crespo e mussola
Delle sottogonne in cotone
Un paio di pantofoline color prugna
Nastro bianco per acconciarsi i capelli
A me un vestito e un paio di sottogonne
Per deridermi i carcerieri, mi obbligano sempre a portare la crestina e a volte il grembiule, come quando ero a servizio. Così siamo sicuri di non sbagliare, quando sarà il giorno di incontrare Madame La Ghigliottina. Questo mi hanno detto appena entrata.

Per deridermi i carcerieri, mi obbligano sempre a portare la crestina e a volte il grembiule, come quando ero a servizio. io cameriera della MIA REGINA parte 1
Nemmeno uno specchio ci permette di sistemarci al meglio.
Mentre scrivo queste righe, sono sola, la Mia Regina è stata condotta a processo. Le hanno permesso di vestirsi in maniera adeguata (vesti a lutto, data la Sua vedovanza). Per me è stato un onore vestirla.
A Versailles, a noi piccole cameriere non era concesso. Sua Maestà era vestita dalle alte dame della nobiltà.
Potete immaginare la mia tensione quando le tendevo il corsetto, non volevo farle male. La Mia Regina spesso perde sangue. Che emozione quando le ho passato le varie gonne e sottogonne, con relativo guardinfante. Tremo ancora quando ai suoi piedi le regolavo la caduta della biancheria. Una volta pronta era ancora Lei la Mia Regina. Son tornata con la mente a Corte, quando toccare le vesti della Mia Regina per lavarle era fonte di grandissima emozione.
Ripenso anche alle confidenze,
che io e la Sovrana qua ci scambiamo. Sua Maestà mi ha fatto l’onore d’informarsi su di me. Dove sono nata, se ho un marito, da quanto sono al Suo servizio.
Ricorderò sempre quella notte, in cui Sua Maestà mi confidò con una voce straziata, dell’assalto che Lei e la Sua famiglia subirono alle Tuileries. I suoi capelli sbiancarono all’istante.
Pianse continue lacrime quando con voce sottile e singhiozzante mi raccontò come il popolo, le permise di vedere per l’ultima volta la sua Adorata Amica, la Principessa di Lamballe. Svenne quando vide la testa sanguinante della Cara Amica appesa a una lancia.
“Madame La Reine, affacciatevi, abbiamo un trofeo per Voi”,
questo la folla urlava.
Sorrido invece ancora, quella volta che soffrivo per i problemi di noi donne e Sua Maestà nella sua immensa bontà, mi confidò.
“Figlia mia è arrivata la Génèrale Krottendorf”
così Sua Madre la Regina Maria Teresa d’Austria chiamava questo periodo. D’ora in poi anche per me arriva La Génèrale.
Non Le è concesso che un caffè per colazione, per pranzo o cena del pollo, verdura o brodo. L’unica concessione che le permettono è bere acqua minerale e non acqua della Senna, come a me e agli altri prigionieri.
Nella Sua immensa benevolenza, spesso concede anche a me di berla.
Gli occhi mi si rigano di lacrime
quando ripenso a Fan Fan il figlio dei Richard (i nostri carcerieri). Un frugoletto biondo con gli occhi azzurri entrò nella nostra cella. Sua Maestà cominciò a tremare e a coprire di baci il ragazzino. Tanto che i carcerieri si spaventarono e non lo portarono più!
io cercai di dissuaderli in tutti i modi, è solo una donna che ricorda i suoi figli, comprendetela!
Non le è concesso nemmeno di ricamare, ma qui abbiamo trovato il modo di farlo. Sfiliamo i fili da quello che rimane della tappezzeria. Intrecciandoli, Sua Maestà crea delle bellissime giarrettiere.
Ogni tanto per dare un po’ di colore, ponevo dei fiori sul tavolino. Riuscivo ad averli dalla moglie del carceriere. Sapevo della passione di Sua Maestà per i fiori. Lei stessa me lo confidò. Poi me lo proibirono.
Leggere, è una delle poche cose che Le è consentito fare. Arrossisco ancora di vergogna, quella volta in cui la Mia Regina mi chiese di leggerle alcune pagine. Agitatissima sbagliai più e più volte le parole. Nella Sua immensa magnanimità Sua Maestà mi consolò.
Un rumore mi riporta alla realtà si sta aprendo il chiavistello.
La mia Regina è tornata…
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